UFFICIO STAMPA
Oggetto: Intervista del 7.9.2014
“CHI NON
CONOSCE IL VERO CONCETTO DI PROTEZIONE CIVILE, NON POTRA’ MAI DIVENIRE UN
VALIDO PROTETTORE DI CIVILTA’”.
Dott. Imbesi, da fonti stampa si è appreso che il Sindaco di
Bagnara Cesare Zappia, in questi giorni di emergenza maltempo che vive Bagnara
sta seguendo passo dopo passo l’evoluzione della situazione, interloquendo con
la sala operativa regionale della Protezione Civile e allertando Carabinieri,
Vigili del Fuoco e Guardia di Finanza per l’incolumità dei cittadini e la
sicurezza del territorio. Qual’ è la sua opinione al riguardo?
Premettendo che nessuno
ha mai messo in discussione la presenza del Sindaco Zappia sul territorio di
Bagnara, è mio dovere, tuttavia,
sottolineare che il verbo allertare
significa ben altro.
Allertare vuol dire attivare nella
sua completezza e integrità il C.O.C., ossia quell’organismo straordinario la
cui attuazione compete in via esclusiva al Sindaco, “unica autorità comunale di
Protezione Civile”, e che racchiude,
come da Protocollo, tutte le componenti territoriali, tra cui le Associazioni
di Protezione Civile con i loro Uomini e mezzi, e che entra in funzione in
situazione di emergenza, per la gestione, la direzione e il coordinamento delle
relative attività.
Quindi, secondo
Lei, potremmo parlare di un’attivazione incompleta del C.O.C.?
Senza ombra di dubbio. Abbiamo assistito, seppure
inspiegabilmente, ad un’attivazione del tutto parziale del C.O.C., che, se innescato, invece, interamente,
avrebbe certamente chiamato a sè Associazioni di Protezione Civile, e, quindi,
Uomini e Mezzi che, in maniera unanime ed efficace avrebbero risposto al grido di aiuto del territorio di
Bagnara.
Ma il Sindaco
Zappia, come è emerso da fonti stampa, ha fornito le proprie giustificazioni,
secondo le quali Egli non avrebbe ottenuto l’autorizzazione della Provincia,
che, una volta interpellata dallo stesso Sindaco, avrebbe risposto che non era necessario allertare il Presidio di
Volontari, in ragione dell’assenza dei mezzi meccanici…
Anzitutto, il Sindaco, rappresentando, “ribadisco”, l’unica autorità di Protezione Civile sul
territorio comunale, non ha bisogno di chiedere alcuna autorizzazione, come
Egli, d’altronde, ben sa, ma deve saper interpretare l’emergenza, ricorrendo,
naturalmente, all’ausilio dei componenti della struttura comunale deputata alle
funzioni di Protezione Civile e, assumendo, avvalendosi della sua autorità di Sindaco, le opportune
decisioni.
Va da sé che se Egli avesse proceduto all’attivazione
integrale del C.O.C., si sarebbe verificata, come da Protocollo, l’implicazione spontanea di” Uomini” e
“Mezzi”.
Eppure, abbiamo
ugualmente assistito all’attivazione, sul territorio di Bagnara, delle
Associazioni dei Volontari di Protezione Civile, tra cui i “Volontari Garibaldini del Capitano Ultimo”,
che, tra l’altro, fanno capo a Lei e al Maoxseddd (Movimento Associazioni
Operatori per la Sicurezza). Come mai?
E’ ovvio, si sono auto
allertate, per usare un termine improprio, in quanto si tratta di un
compito spettante al Sindaco.
Ma v’è di più. Si sono auto
finanziate, per usare un altro termine improprio, in quanto anche gli Enti
Locali hanno il dovere di contribuire al loro supporto economico, finanziando
le missioni e gli interventi, al fine di consentire alle Associazioni dei
Volontari di Protezione Civile di espletare
al meglio le iniziative umanitarie
sul territorio.
E, invece, come al solito, sono abbandonate a se stesse, dovendo
provvedere, persino, autonomamente, al rifornimento di carburante per assolvere
decentemente alle loro funzioni di vigilanza del territorio.
Secondo Lei, tutto questo potrebbe essere ascrivibile
ad una disorganizzazione della
struttura comunale di Protezione Civile di Bagnara?
No. Non si tratta di mera disorganizzazione, ma di assoluta inconsapevolezza del concetto di Protezione
Civile.
Si spieghi
meglio.
Nel momento in cui un soggetto viene investito del mandato di
Sindaco, è ovvio che viene investito, contemporaneamente, nello stesso
territorio, dell’autorità di Protezione Civile, autorità che comporta,
inevitabilmente, l’acquisizione di quel bagaglio
tecnico-culturale in materia di Protezione Civile.
Ora, il più delle volte, ci troviamo di fronte ad una
situazione davvero paradossale, per non dire “bizzarra”: quello stesso bagaglio tecnico-culturale, anzichè
riconoscerlo, prima che in altri, in un Sindaco, lo individuiamo, invece nel
Volontario, per il quale vige l’obbligo di partecipare ai Corsi di Formazione e
di Aggiornamento in materia di Protezione Civile.
Ebbene, lo stesso obbligo non sussiste invece per i Sindaci,
nonché per gli addetti alla struttura comunale di Protezione civile, che,
pertanto, nel momento in cui devono far fronte all’emergenza, dimostrando competenza e preparazione, si trovano
completamente sprovvisti delle necessarie cognizioni tecniche e culturali, che
gli permetterebbero di cogliere fino in fondo il reale concetto di Protezione Civile e di trasfonderlo sul territorio.
Quindi, se non
erro, il Suo è un appello all’estensione dell’obbligo di istituzione dei Corsi
di Protezione Civile anche ai Sindaci?
Esatto.
Il mio appello è rivolto al Capo di Protezione Civile
Nazionale Franco Gabrielli, ai Governi regionali e alle Prefetture affinchè
prevedano l’obbligo di istituire i Corsi di Formazione e di Aggiornamento in
materia anche per i Sindaci nonché per i membri delle strutture interne ai
Comuni che coadiuvano costoro nell’espletamento del loro mandato di Protezione
Civile, nella radicata convinzione che coloro che non sanno cos’è la Protezione Civile, di conseguenza non
potranno mai divenire validi “protettori di civiltà”.
Avv. Filomena
Falsetta
(Responsabile Ufficio Stampa Maoxseddd Onlus)