Lo
spostamento di alcuni dispositivi nell'elenco degli ausili di serie,
acquistati per gara pubblica, azzererà le personalizzazioni necessarie
su dispositivi per patologie gravi?
Con la presentazione della (Livelli Essenziali di Assistenza), siamo tornati a parlare del Nomenclatore Tariffario
e delle novità che lo riguarderanno, stando alla lettura delle
relazione illustrativa al provvedimento. I Lea, lo ricordiamo,
raccolgono tutte le prestazioni erogate dal Sistema Sanitario Nazionale,
e regolano anche l'ambito dell'assistenza protesica secondo quanto
contenuto, appunto, nel Nomenclatore Tariffario.
Il Nomenclatore si divide in tre elenchi: il primo contiene tutti i dispositivi costruiti su misura
(protesi e ortesi) da parte di tecnici abilitati di ortopedie
sanitarie, come anche quei dispositivi pur di serie ma che necessitano
di adattamenti e personalizzazioni molto puntuali poiché destinati ad
utenti con problematiche, se non gravi, complesse. Il secondo elenco si
riferisce invece agli ausili di serie che non necessitano di interventi di adattamento e personalizzazione, e infine il terzo elenco, contenente gli apparecchi standard, acquistati direttamente dalle Asl, come montascale ecc.
Le novità, stando alla relazione illustrativa, dovrebbero riguardare proprio l'elenco più delicato, ovvero il primo, dal quale si vorrebbero trasferire alcuni ausili e ortesi, facendoli convergere nel secondo
(quello dei dispositivi di serie), a sua volta diviso in due branche.
Quale la conseguenza più importante di questo trasferimento e il suo
punto più debole? L'acquisto di questi ausili a gara pubblica, ovvero una gara al massimo ribasso.
Il
rischio che appare evidente è quindi quello che ausili che devono
rispondere a esigenze molto specifiche, quindi necessariamente "cuciti
addosso" all'utente, saranno invece sostituiti da altri che possono in
linea generale andare bene per tutti (e quindi per
nessuno). Ma è chiaro a chiunque che, ad esempio, una carrozzina per un
giovane attivo dovrà avere caratteristiche ben diverse da quelle di una
persona anziana, di altro peso, statura, stile di vita ed esigenze
d'uso.
Che fine fa, allora, il diritto del disabile ad avere uno strumento che risponda specificamente ai suoi bisogni, con la possibilità inoltre di scegliere
tra le molte proposte che peraltro la tecnologia ci mette a
disposizione? Non si correrà, in questo modo, il rischio che la stessa
efficacia terapeutica del dispositivo venga meno, con buona pace del
significato stesso dello strumento Nomenclatore?
Mentre alcuni dispositivi, come quelli di serie, possono senz'altro essere oggetto di gara
- raggiungendo in questo modo anche una ottimizzazione di spesa, che è
uno dei principali punti deboli del sistema - per altri strumenti questa
strada sembra totalmente non adatta.
Lo stesso comparto ortoprotesico ha lanciato l'allarme: Michele Clementi,
segretario Nazionale di Assortopedia, nelle pagine de Il Sole 24 Ore
Sanità, sottolinea le criticità di questa bozza, rimarcando però la
completa apertura del comparto a un confronto costruttivo con il Governo
al fine di migliorare una riforma così tanto attesa e importante per
milioni di cittadini.